CARTOLINE DA GUANTANAMO
Nel 2013 erano oltre 600, accampati abusivamente al Foro Boario nella tendopoli che gli stessi migranti hanno chiamato Guantanamò, non tanto per il tristemente noto campo di prigionia quanto per una canzone ivoriana di grande successo che parla di come puoi trovarti per errore o per sfortuna in una condizione di privazione della libertà.
Un vero e proprio villaggio, un pezzo d’Africa ai margini della benestante Saluzzo: con il barbiere, il tabaccaio, il meccanico, le piazze per chiacchierare e giocare a dama e carte. Luogo dove approdano i nuovi arrivati, da cui si parte per cercare un lavoro o per andare al lavoro, luogo dove anche i migranti ospiti nelle strutture di accoglienza trascorrono il tempo libero.
Luogo senza acqua, corrente elettrica, servizi igienici
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